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Con Morlupo sede del Cantone
della Repubblica del 1796 prende l'avvio il Risorgimento morlupese.
La vita paesana tanto austera si ravviva in occasione delle feste
religiose e durante il carnevale, offrendo svaghi ed allegrezze.
Oltre alle domeniche, le festività del Settecento erano state
ridotte da Pio VI nel 1783 a 19 e Morlupo ne celebrava una decina.
Le feste patronali, S.Sebastiano,
S.Giovanni Battista, S.Maria Assunta con S.Rocco e S.Liberato,
S.'Michele Arcangelo, pur conservando il carattere religioso,
permettevano svaghi e divertimenti profani alla presenza di autorità
civili e religiose. Processioni e cortei sfilavano per il Corso in
costumi e divise di gala. Le Confraternite sfoggiavano
stendardi,tronchi, insegne, con mazzieri e prioretti in pompa magna
e il clero in abiti da cerimonia, mentre le finestre si addobbavano
dei migliori corredi da sposa.
La maggiore attrazione della
festa riguardava la corsa dei cavalli al fantino, detta dei
"Barberi", per il sentiero di campagna. La corsa dei "Barberi",
cavalli berberi di proprietà dei pochi notabili locali, costituiva
il fascino maggiore. I cavalli, già addestrati, venivano condotti
alla partenza fuori 'abitato, accompagnati da gruppi di monelli, le
cui grida anticipavano il baccano e le incitazioni della corsa.
Superata la via della Madonna della Grazie, al bivio per la strada
della Prata, detta "Mossa de' Barberi", i cavalli erano liberati
dalla gualdrappa e dalle briglie, gli venivano passati sul dorso dei
cordami, a cui erano assicurati dai sacchetti ripieni di pietre
acuminate, vere e propri speroni mobili. Fatta sgomberare la strada,
la folla pigiava contro le siepi, mentre altra gente si assiepava
lungo la strada per godersi lo spettacolo che si svolgeva davanti ai
loro occhi. Alle due estremità del percorso prendeva posto
l'autorità e la giuria. Finalmente si dava "La Mossa", cioè il via,
ai cavalli frementi che prendevano il galoppo lungo la stretta
strada tra le urla di incitamento della folla, che allungava il
collo per scorgere da lontano i cavalli in piena velocità, spronati
dal sacchetti acuminati. Sul traguardo i butteri attendevano
l'arrivo dei loro cavalli, pronti a fermarli gettandoglisi al collo,
era la "Ripresa".
Con le felicitazioni, il
proprietario del cavallo vincente riceveva dai priori comunali un
premio in denaro e l'ambito palio, un vessillo fissato su asta
variopinta, recante il ricamo del cavallo sfrenato e lo stemma
comunale del lupo che sgozza il gallo.
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